giovedì, 18 Aprile 2024
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Omelia domenica 16 ottobre 2022 (XXIX domenica del tempo ordinario Anno c)


Il vangelo di questa domenica è un invito a riflettere sul dono della misericordia di Dio, una grazia che ci coinvolge in tutto il nostro essere.
“E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui?”
È l’invito da parte di Dio a non disperare nella preghiera.
“Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
A volte possiamo anche essere stanchi di aspettare la risposta di Dio.
La domanda è:”Cosa aspettiamo?”.
Io attendo la sua misericordia, cioè, voglio vivere, innanzitutto, la Sua compagnia nella mia vita. Non vivo perché “sto bene”(che può essere la salute, il lavoro ecc…) io “vivo bene” se questa vita ha sempre di più la dolcezza di una presenza vera nella mia vita.
La misericordia è questo dono di essere Lui con me.
Non perdiamo la fede di fronte alle difficoltà della vita!
Questo cercarti da parte di Dio è un amore che si rivela.
Andare verso di Lui è la fede.
“Pensate che Dio tragga qualche vantaggio dal vostro amore? Siete voi che traete vantaggio amandolo”.(Sant’Agostino)
Come abbiamo pregato nel salmo:“Alzo gli occhi verso i monti”.
Da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: Egli ha fatto cielo e terra”.
Affidiamoci a Lui, come un bambino si affida ai genitori!
Abbiamo sempre di più la concezione materialistica della vita, cioè, credo solo se vedo. “Dio non è un’idea dimostrabile: E’ un essere in rapporto al quale viviamo”. (Kierkeggrad)
STORIA DEL BAMBINO CHE SI BUITTA DAL TETTO (vedi news precedente)
Noi dobbiamo avere la fiducia che anche se non vediamo, quella voce che ci chiama è la parola di Dio.
Gesù nel vangelo ha insegnato solo questo.
Tutto è legato a questo: Dalla resurrezione, al vivere la carità, al riconoscere che si è fatto carne e che è vivo con noi.
Il vangelo conclude con un monito che a noi cristiani percuote il cuore. Non è pessimismo o lamentela ma un invito ad essere ancora di più uomini missionari del vangelo:”Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
È un invito a riflettere su quale amore noi abbiamo dato la nostra vita.
“Due amori hanno costruito due città: l’amore di sé spinto fino al disprezzo di Dio ha costruito la città terrena, l’amore di Dio spinto al disprezzo di sé la città celeste”. (Sant’Agostino)