martedì, 15 Ottobre 2024
Home / Catechesi / omelia domenica 17 gennaio 2021

omelia domenica 17 gennaio 2021

II^ DOMENICA DEL Tempo Ordinario ANNO B 2021
Il Vangelo di questa domenica, potremmo dire che per noi rappresenta l’inizio dell’anno nuovo.
Come i due discepoli, anche noi domandiamo a Gesù:
” «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?».
Bello questo passo del vangelo, perché esprime un desiderio che segna l’inizio di un cammino.
I due discepoli, Giovanni e Andrea stavano già facendo un cammino.
I discepoli di Giovanni il Battista si sentono attratti dal Maestro e
manifestano obbedienza anche verso il loro primo maestro, il profeta che gli indica Gesù:” In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”.
Come abbiamo studiato in scuola di Comunità nel mese di dicembre, don Carron parlava di intelligenza e di obbedienza.
La prima è riconoscere che Cristo si è fatto carne poi, l’obbedienza, cioè, rimanere fedeli a Lui.
I discepoli iniziano il cammino di una fede matura. Non si limitano solo ad essere uomini religiosi come lo siamo in tanti nelle nostre Comunità. Non siamo cristiani perché siamo nati in un paese cristiano.
Essere uomini di fede è il passo successivo: Iniziare un cammino di appartenenza a Lui.
Ho ripreso più volte questo passo del Vangelo.
Molti anni fa ho letto la spiegazione che dava don Giussani a questo brano:
” Come ha fatto Gesù, da Giovanni, Andrea e Simone, ad arrivare fino a mia Mamma? È arrivato a mia nonna! Alla mia bisnonna. Al mio papà è arrivato attraverso mio nonno e il mio bisnonno. Dopo che hanno incontrato Gesù, duemila anni fa, Giovanni e Andrea sono andati a casa, hanno parlato con le loro mogli, con i loro familiari. Incontrando il fratello Simone (che poi si chiamerà Pietro), Andrea gli dice: “Abbiamo incontrato il Messia”, e lo conduce da Gesù. Andrea e Simone l’hanno detto, dopo, ai loro compagni pescatori, e lì sulla spiaggia non parlavano che di questa cosa; e andando a casa lo dissero alle loro mogli e ai loro figli, poi agli zii e ai nonni e così la cosa si dilatava. E passò poi a quelli che venivano dopo, come un fiume. E questo fiume, attraverso tanti tanti secoli, è arrivato fino a mia madre e da mia madre è arrivato a me e da me a te, caro amico».
L’ inizio nella fede parte da un incontro che ti coinvolge.
Don Giussani diceva una cosa che mi ha sempre aiutato a capire cosa significa vivere l’istante.
Se quel giorno i due discepoli, all’invito di Gesù”Venite e vedrete”, avessero detto”Passeremo un’altra volta”, dopo tanti anni avrebbero detto:“Abbiamo conosciuto un grande uomo”.
Spesso è quello che vedo ogni giorno attorno a me.
Ecco perchè sottolineo la differenza tra religione e fede.
Quanti attorno a voi non fanno altro che ripetere:
“Da piccolo andavo a messa, da giovane facevo questo ecc….”
Ed ora? Anch’io ora ti risponderò:
”Avete conosciuto un grande uomo ed ora?”
Fede è essere pronti a vivere l’invito di Gesù.
Il giornalista Enzo Biagi scriveva: ”La vita è come un viaggio in treno: Ci si arresta sempre alla stessa stazione e ogni fermata è un momento del calendario. Non è il tempo che passa, siamo noi che passiamo”.
Questo passare non ci scuote dentro se, effettivamente, non c’è stato un incontro.
Pensiamo agli apostoli e ai discepoli che non hanno capito tutto e subito, ma che hanno seguito Cristo.
Perché?
“ Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio”.
L’evangelista Giovanni scrive anche l’orario, proprio perché quel giorno, quel momento per lui è stato cruciale.
È stato come un bivio in cui ha iniziato una scelta.
Chiediamo la grazia per vivere la scelta!
E’ pur vero che non comprenderemo subito.
La fede è affidarsi al Mistero.
Lo abbiamo già meditato in occasione della festa alla Madonna della Pietra il 21 novembre.
Riguardo a ciò, vi riporto un passaggio di Benedetto XVI : ”Di continuo Egli bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo, lentamente ci rende capaci di “vedere”…
Non è forse proprio questo lo stile divino?
Non sopraffare con la potenza esteriore, ma dare libertà, donare e suscitare amore”
Gesù di Nazaret 3° volume)
Dio ci invita, ci propone e ci provoca con la sua stessa presenza.
Questa è la grandezza della sua misericordia: La sua stessa presenza!