venerdì, 19 Aprile 2024
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Omelia domenica 17 ottobre 2021 (XXIX domenica del tempo ordinario anno b)


La pagina del vangelo di oggi è un’occasione di riflessione sul senso della vita eterna.
Mi ha colpito un passo del vangelo: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Tra le righe, diremmo che mi faceva riflettere il passaggio:
“Concedici di sedere, nella tua gloria”. I discepoli vivevano già questa dimensione della fede nella resurrezione, vivevano cioè un cammino di fede proiettati già all’al di là.
Vedono in Gesù il Cristo la risposta alla loro domanda capitale della fede.
L’errore che però hanno fatto Giovanni, Giacomo e anche gli altri che bramavano la stessa cosa, è stato quello di “pretendere”. Infatti usano un termine che nella preghiera, se è veramente tale, non dovrebbe esserci:”Maestro vogliamo che tu faccia”.
E’ come se volessero addomesticare Dio, tagliare ciò che dispiace.
Gesù, con la sua pazienza, li invita a riflettere sul fatto che il cammino della fede non è in discesa, ma è una via del Calvario:
” Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?».
Li invita a far parte della sua passione, una passione d’amore, di croce, di sacrificio e di condivisione.
La fede nella resurrezione è una proiezione della nostra vita di ogni giorno.
Non rifletto sul senso della vita solo perché oggi vivo un lutto in famiglia o perché, volenti o nolenti, questo tempo ci ricorda che in questa terra la vita ha una sua conclusione.
Come riporta un inno delle lodi:”E noi che di notte vegliammo attenti alla fede del mondo, protési al ritorno di Cristo, or verso la luce guardiamo”,
occorre tendere la nostra vita e il nostro sguardo oltre l’orizzonte del mondo.
È come guardare l’alba al mare: Una linea divide la notte dal giorno.
Questa linea è come il passaggio dal vecchio al nuovo.
Con Cristo avviene il nuovo.
Avviene, cioè, non è una cosa nostra, ma un dono.
È nella Grazia di Dio che otteniamo la fede nella resurrezione.
Come abbiamo ascoltato dalla seconda lettura:” Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno”.
Come vivere la fede nel mondo?
Come poter ottenere quel passaggio alla vita eterna?
Nella carità. Vivendo la carità.
Come abbiamo ascoltato nel Vangelo:” Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti”.
Uno dei primi romani convertiti al Cristianesimo, Gaio Mario Vittorino, diceva così:”Dopo aver incontrato Cristo ho scoperto veramente la dignità dell’uomo”.