venerdì, 26 Aprile 2024
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Omelia domenica 4 dicembre 2022 (2^ domenica di Avvento Anno A)


In ogni anno liturgico, nella seconda domenica di Avvento, viene sempre riportata la testimonianza di Giovanni Battista, l’ultimo e il più grande dei profeti che dal Vangelo viene definito ”Il precursore”, diremmo colui che prepara “la strada”.
Il profeta Giovanni invita il popolo di Israele all’accoglienza del Messia. Tale accoglienza deve essere preceduta dalla conversione, così come quando si aspetta un ospite importante e si prepara la casa diversamente dal quotidiano. ”In quei giorni venne Giovanni il Battista che predicava nel deserto della Giudea, dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Nel popolo di Israele c’è un’attesa e, solo cercando di comprendere questa attesa, riusciremo a capire cosa significa veramente “Messia”.
Un’attesa che, purtroppo, era vissuta più dall’aspetto “politico”. Attendevano un re che liberasse Israele dal dominio romano oppure un re che portasse ricchezza ecc…
Il profeta, invece, lo annuncia diversamente: ”Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.” Gesù è Colui che porta la salvezza vera e non il momentaneo “stare nel bene”.Ecco perché, anche per noi, la difficoltà di accettarlo.
Lui viene a portare la vita. Lo Spirito Santo è la forza della vita.
Oggi per noi come Comunità, è festa. I giovani della nostra parrocchia vivranno il sacramento della Cresima, il sacramento in cui, come riporta il testo della liturgia, il Vescovo chiederà ai cresimandi: ”Credete nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e che oggi, per mezzo del sacramento della Confermazione, è in modo speciale a voi conferito, come già agli Apostoli nel giorno di Pentecoste?”
In modo speciale a voi conferito… questo dono ci guiderà non solo nel cammino, ma, innanzitutto, nell’accoglienza.
Vi ricordate il brano del vangelo di Zaccheo dove Gesù lo guarda, lo chiama e Zaccheo poi risponde al suo invito. C’è un incontro e poi un cammino. Giovanni Battista ci prepara a questo incontro e ci invita alla conversione del cuore.
Ma chi stiamo per accogliere veramente? Il profeta Isaia che abbiamo ascoltato nella prima lettura diremmo che ci offre un’immagine unica del Messia: ”In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.” L’uomo moderno, purtroppo, ha sempre di più il difetto che per credere vuol vedere, limitandosi sempre più all’apparenza. Eppure abbiamo avuto un segno, non un simbolo, cioè, un qualcosa che rimanda ad altro. Abbiamo un segno, una realtà concreta ed è Gesù. “Il Bambino Gesù, nato a Betlemme, è il segno dato da Dio a chi attendeva la salvezza e rimane per sempre il segno della tenerezza di Dio e della sua presenza nel mondo.”(Papa Francesco)