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omelia domenica 5 maggio 2019

III^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C 2019 (prefestiva)
La liturgia della Parola di questa domenica ci invita a riflettere sui due aspetti dell’atteggiamento di san Pietro.
Il primo è quello che abbiamo ascoltato dalla prima lettura:
Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini”.
Questo invito rivolto a noi è attuale come allora. Il card. Luciani e poi Giovanni Paolo I ripetevano:”Non sempre ciò che è legale è moralmente giusto”. Pensiamo ad esempio all’aborto o al divorzio.
Una legge, anzi direi una via che è quella di Dio, ha una finalità diversa dell’uomo.
La discuteremo con i genitori della Prima Comunione. L’importanza dell’educazione, va al di là di ciò che spesso propone la TV o altri.
Un desiderio vivo arde nel cuore dell’uomo e lo spinge a vivere la sua vita fino in fondo.
Vi riporto il secondo punto:”Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare”.
La fede ci spinge alla ricerca di un incontro. Senza un vero
incontro, non puoi esserci poi un cammino.
Ricordiamo l’incontro tra Gesù e Pietro, la chiamata di allora: ”Tu sarai chiamato Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa…” per arrivare poi al dialogo che tutti conosciamo e che abbiamo ascoltato nuovamente oggi, all’invito di Gesù ad essere amati innanzitutto:”Simone, figlio di Giovanni, mi ami?».
Pietro invece risponde con un semplice ”Ti voglio bene” che significa tutt’altro. Direi che è più un’amicizia di rispetto e non un coinvolgimento vero come lo è invece l’amore.
Anche in questo Gesù offre un amore vero. Oltre tutto, ti cerca.
Ti ama per quello che sei: ”«Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore”.
Accetta la nostra debolezza. Durante la settimana santa vi riportavo
l’espressione: ”Il Signore ci ama così come siamo ed è per questo che non vuole che rimaniamo così come siamo”.
Ci chiama ad essere e a fare la differenza. Il vero incontro con Lui, cambia noi stessi e ci pone in atteggiamento da missionari per vivere con l’altro questo nuovo cammino di fede.
Bisogna alimentare sempre più il fuoco della fede e far coinvolgere con il nostro entusiasmo il nostro compagno di viaggio.
“E’ necessario salvarsi insieme. È necessario arrivare insieme al buon Dio. È necessario presentarsi insieme alla casa del Padre. Che cosa dirò, se ritorneremo gli uni senza gli altri?” (Peguy)
Più volte il nostro Papa Francesco, in occasione dei suoi viaggi missionari, riporta questo messaggio già detto da Benedetto XVI:”La Chiesa cresce non per proselitismo, ma per attrazione”. La fede si trasmette, ma per attrazione, cioè per testimonianza».
Siamo testimoni di Cristo risorto nel tempo ordinario della nostra vita !
Non limitiamoci a qualche evento, come spero non sarà per le Prime Comunioni e per la Cresima.
I sacramenti devono arricchire la nostra fede con la Grazia che ci farà diventare sempre di più testimoni di Cristo che è risorto.
Essere come Pietro. Bisogna alimentare questo desiderio in maniera tale da “tuffarsi” per vivere quella ricerca che dà un senso alla nostra storia.