lunedì, 29 Aprile 2024
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omelia Festa sant’Agnese (Domenica 21 gennaio 2024)


Oggi celebriamo la festa di sant’Agnese.
Nel prepararmi a questa festa mi domandavo:”Che senso ha festeggiare con una certa solennità una festa, diremmo “minore”, rispetto alle altre feste dei santi che celebriamo durante l’anno?”.
La risposta , invece, è nel termine “minore” che è sbagliata.
Tutti i santi, i martiri poi in particolare, ci hanno educato ad una fede più vera. Un’educazione alla fede che è un vissuto.
Come mediteremo alla festa patronale, la fede non è la religiosità.
La fede è vivere la sequela a Cristo in un reale che, a volte, ti porta anche a sacrificare la stessa vita, come ha fatto sant’Agnese e le altre sante, come Lucia, Cecilia, Perpetua, ecc… sante che vengono menzionate nel canone romano, sante che hanno fatto loro l’invito del vangelo di oggi:”Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono”.
Queste “reti” potremmo dire che sono il legame di questo mondo, per vivere la libertà da figli di Dio.
La testimonianza dei martiri mostra a tutti coloro che hanno ascoltato la loro storia, allora e oggi, che i piaceri mondani e il potere terreno non danno gioia e pace durature. Piuttosto, la fedeltà a Dio, l’onestà , l’integrità della vita e la genuina preoccupazione per il bene degli altri ci portano quella pace che il mondo non può offrire”.(Papa Francesco)
Questa la fedeltà a Dio: Seguire Colui che è la ricchezza.
Cercare questa libertà dello Spirito, vivere la beatitudine “Beati i poveri in spirito”, come abbiamo ascoltato dalla seconda lettura:” Quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!”
Passa questo mondo e cosa rimane?
I martiri hanno guardato oltre a questo mondo e, come sant’Agnese, pensiamo alle vergini che attendono lo sposo che tarda a venire e loro sono lì con le lampade accese.
Un amore ti porta ad aspettare.
Una volta leggevo un paragone molto bello che vi riporto brevemente: ”Un ragazzo deve partire per un viaggio lontano. La fidanzata lo saluta al porto e lui promette che tornerà. Lei ogni giorno va al porto ed attende la nave, ma niente per tanto tempo, eppure lei è sempre lì. Un giorno inizia a vedere all’orizzonte una macchia lontana che si fa più grande giorno dopo giorno. Si capisce che è una nave e lei, col tempo, riconosce che è la nave del suo fidanzato”.
Cosa ha spinto questa ragazza ad andare tutti i giorni al porto?
La fede è l’attesa di un Mistero che ogni giorno si fa vedere. La costanza della fede. È l’amore a questo mistero che da’ un senso alla nostra vita.
“Credere in Dio significa sapere che la vita ha un senso”. (Wittgenstein)