sabato, 27 Luglio 2024
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OMELIA 4 NOVEMBRE 2021


In questa occasione, la Comunità nazionale è riunita per pregare e per riflettere sull’inutilità della guerra e sul valore della pace.
La guerra è inutile perché porta male. La risposta della pace al male è un valore perché è un seme che offre la possibilità della speranza.
San Francesco d’Assisi pregava così:” O Signore, fa’ di me uno strumento della tua Pace: Dove c’è odio, fa’ ch’io porti l’Amore. Dove c’è offesa, ch’io porti il Perdono. Dove c’è discordia, ch’io porti l’Unione”.
Siamo strumenti d’amore e Comunità!
Bisogna superare i pregiudizi che spesso ci rendono muti nei confronti degli altri.
Guardare il mondo come lo guarda Dio!
“Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l’altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l’altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola”. KHALIL GIBRAN
L’amore della pace è la certezza di un futuro migliore che noi offriamo anche attraverso la scienza. Pensiamo ad esempio al dono che si fa per i paesi poveri con il vaccino! C’è chi approfitta della sofferenza dei poveri per arricchirsi o per dimostrare la propria superiorità.
Il mondo non è solo il cerchio che ho attorno a me. Oggi abbiamo la possibilità di conoscere un mondo più grande e, nello stesso tempo, di prendere consapevolezza di come l’ideale della democrazia appare un’ utopia.
“C’è sempre questa lotta tra bene e male, “Il falco e la colomba si siedono vicine, togliendosi le piume a vicenda”. MICHAEL DRAYTON
Anche Gesù nel Vangelo parla di zizzania e di grano buono. Il male fa parte della vita ed è offerto a noi come circostanza per cambiare le circostanze. Dio ci offre quella passione per la pace per essere seme nuovo nel mondo.
Siamo sempre alla ricerca di eroi perché sta diventando come “straordinario” quello che dovrebbe essere ordinario.
È naturale amare il bello, la pace tra gli uomini, il rispetto per la natura e la ricerca del bene per sollevare le fatiche degli altri.
Eppure si guarda tutto ciò come se fosse un’utopia.
La cultura vera non è superare un’interrogazione o un esame. La vera cultura è credere che ciò che oggi fai, sarà un domani.
La domanda che si pone a tutti.
Una certezza per il futuro che porta anche a capire che devi vivere un sacrificio vero.
Vi racconto una breve storia.
Una volta in Bolivia una donna che aveva 5 figli, si ritrovò vedova. Dovendo badare ai figli cercò lavoro, ma l’unico che le veniva offerto era quello di coltivare la coca. Lei si rifiutò. Dopo alcuni anni, durante una riunione, raccontò questa storia e un’altra mamma si indignò dicendole che non era una buona mamma, perché così aveva costretto i figli alla miseria.
Lei abbassando la testa rispose:”Se avessi coltivato la coca, i tuoi figli sarebbero morti”.